lunedì 29 marzo 2010

Ri/leggere

Giornate convulse: scrivo questo aggiornamento da Milano - dove io, Claudia ed il suo Virus Vomitello siamo in visita al papà - solo per tranquillizzare le numerose amiche che mi hanno scritto, convinte che mio latitare fosse dovuto all'ipotizzata permanenza nelle patrie galere.
Errato!!! Non ho beccato alcuna denuncia nel mio spacciare il libro stabilito per "Leggere,leggere, leggere".
Niente commissariato, quindi, nè ipotesi di reato per stalking, accattonaggio, prostituzione o pedofilia.
Ma solo perchè, lo confesso, ho giocato un filino sporco!
Gli ultimi giorni hanno avuto ritmi così serrati che non ho potuto vagare per le vie in cerca di un volto ignoto che recasse le stigmate del lettore mancato ma potenziale. E quindi sono andata miratamente da un'infermiera dell'Istituto di Fisioriabilitazione dove è attualmente ricoverata mia sorella. Non ne conoscevo il nome e nemmeno ci avevo mai scambiata una sola parola, ma mi aveva colpito la sua gentilezza, il suo sorriso così contagioso e come con la sua sola presenza rallegrasse i degenti, per la maggior parte anziani ed invalidi. La prima volta che l'ho notata,  una robusta paziente in sedia a rotelle si lamentava per i suoi mali e del fatto di non esser più buona nemmeno a buttarsi dalla finestra: al grido di "Ti aiutiamo noi, che siamo qui apposta!" lei ed una collega allegramente la sollevarono di peso, una per ciascun braccio, e tra  le risate di tutti la portarono alla più vicina finestra, che si servisse pure.
E' stata dunque lei che sono andata a cercare, con una copia di...
... in mano, una dedica in prima pagina ed un foglio che riportava il post con cui l'ormai noto Alberto Schiariti ha lanciato l'iniziativa, due righe da parte mia e l'indirizzo di VerdeSalvia.
E visto che quando le cose debbono andar bene, lo fanno, lei era di turno: l'ho intercettata nel corridoio mostrandole il libro e chiedendole se l'avesse già letto. Alla sua risposta "No, volevo comprarlo da tanto ma mi è sempre passato" gliel'ho consegnato dicendole che glielo regalavo io, e che dentro avrebbe trovato le motivazioni.
E poi, vergognosissima, sono fuggita nel corridoio spingendo la sedia a rotelle di mia sorella come un concorrente del Palio dei Ciuchi .
Però dopo, alla fine del suo turno, ho ritrovato questa gentile ragazza che mi aspettava in camera di mia sorella per ringraziarmi, ci siamo messe a parlare, e credo che lo Schiariti sarebbe fiero di noi, perchè abbiamo concretizzato esattamente quello che lui si augurava quando ha avuto la sua geniale pensata: due sconosciute sono entrate in contatto! E visto che sconosciute non lo eravamo più,  mi ha raccontato varie cose su di sè, della sua Laurea in Agraria a 45 anni, del suo invidiabile marito, di sua madre, del lavoro. Sempre con il suo irresistibile sorriso.

Quindi  è mia grande soddisfazione dichiarare che la missione Leggere, Leggere, Leggere  è stata portata a termine con successo!
Grazie Alberto.

Il solito Schiariti in questo post annuncia l'intenzione di raccogliere le storie dei nostri spacci, forse in un libro: su ragazze, scriviamo a papà!

mercoledì 24 marzo 2010

Leggere, leggere, leggere


Allora, siete pronte?
Avete deciso quale libro donerete domani ad uno sconosciuto - e sottolineo : sconosciuto!-, togliendolo dalla vostra libreria - ma non dal vostro cuore - o acquistandolo espressamente per l'evento?
Come probabilmente già sapete, domani 26 Marzo è la giornata stabilita per la geniale proposta di Alberto Schiariti, di cui si fa un gran parlare.
Non vi propongo nessuno degli infiniti link reperibili sull'iniziativa, indice dell'enorme successo e delle decine di migliaia di adesioni raccolte, ma qui il post inserito da Alberto nel suo blog alla fine dello scorso Gennaio, con il quale ha avuto inizio questa splendida avventura.
Però tutte le belle idee ed il tanto parlarne e scriverne e diffonderne notizia rimarranno mestamente fini a sè stessi se ci faremo bloccare da motivi banali come  vergogna o timidezza, se non faremo seguire alle parole i fatti.
Bando al pudore, dunque! Se saremo  tantissimi, domani nessuno si stupirà vedendosi avvicinare una sorridente sconosciuta che lo apostroferà dicendo "Posso regalarle un libro?": magari ci sentissimo rispondere: "Un altro?" !

Io, per non dovermi dilungare in spiegazioni e potermi dileguare prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, ho pensato di inserire nel libro che donerò una copia del volantino - volendo è disponibile anche un segnalibro.
In questo  modo spero che il ricevente possa comprendere il motivo per cui, dopo averlo agganciato, non chiederò contributi per comunità  di ogni ordine e credo, e  non cercherò neppure di infiltrarmi in casa sua per dimostrargli quale immondo covo di acari sia il suo materasso nè di rallegrarlo con la prospettiva di un'imminente ostruzione coronarica se non inizierà seduta stante a cucinare con la batteria di pentole superdietetiche.

Del resto, cosa può capitarci? Essere scambiate per scippatrici? Mendicanti? Spacciatrici? Escort?
Ok ragazze, ci vediamo domani in giornata al Commissariato! 
E portiamoci un libro, per ingannare l'attesa !

Dimenticavo: io spaccerò "Firmino"  perchè lo trovo perfetto per l'occasione. Ok, confesso!, anche perchè ne ho comprate per errore due copie ;)
E voi?

domenica 21 marzo 2010

Anch'io ho commesso un errore

Anzi, una serie!
Primo e fondamentale, ieri mi son fatta accompagnare da Il Marito al  mercatino dell'antiquariato mensile di Firenze.
Dove ovviamente per lui era tutto brutto, tutto caro, tutto inutile, tutto puzzolente.
Il chè peraltro è verissimo nel 99% dei casi, ma qui sta la libidine del vero Topo da Mercatino: scoprire il rimanente 1%, il tesoro nascosto, la scoperta della giornata, l'oggetto che, per un ragionevole rapporto costo/fantasia, verrà estratto dal mucchio e ci seguirà a casa.
Non si può demotivare così un Topo da Mercatino che naso a terra segue una traccia!
E ieri mattina la traccia, forte e chiara, mi ha portato dritta QUI !! :


Non lei, ahimè, ma la sorella gemella, una splendida typewriter Remington 7.
Già sbavando come un bulldog, chiedo al venditore quanto chiede. Azzarda titubante "Facciamo un cinquantino?". Praticamente un niente.

Secondo tragico errore: invece di cacciare il richiesto cinquantino in mano al venditore e gettarmi a pelle di leone sulla mia Remington, aspetto Il Marito, che si era attardato più indietro, e gli comunico che la mia vita non avrà più nè scopo nè senso se non torniamo a casa con l'Oggetto.
Ovviamente questo dà l'avvio al suo Discorso Standard in caso di una qualsiasi mia proposta di acquisto, sia essa formulata per un petto di pollo, una saponetta o un Picasso Periodo Blu : "Ma cosa ce ne facciamo (farsene? ma ovviamente niente!), ma abbiamo già troppe cose (vero), compri di tutto, poi lo cacci in garage e te lo dimentichi (vero e documentato), e il lettino comprato in Francia, e i portabottiglie, e i bauli, etc etc etc."
Allora io ho replicato con il ControDiscorso Standard, che sciorino laaamentooosameeeente ogni volta che la mia proposta di acquisto viene puntualmente bocciata "Non mi compro mai nieeente, faccio un inverno con un paio di scaaarpe, le cose vecchie sono un investimeeento etc etc etc".
Insomma, ho frantumato il pover'uomo finchè ha capitolato, come da copione "Se proprio la vuoi comprare, comprala". Ma suonava più una sfida che altro.
Non paga, ho mandato lui a fare una controfferta di euro 40.
Il venditore ha accettato immediatamente.
TROPPO immediatamente.
Non si fa così, Signor Venditore!!
Esiste un cerimoniale!: il Cliente deve assaporare l'acquisto come la vittoria dopo una strenua battaglia, non come una resa imbelle. Ci deve essere contrattazione, minuetto, recitativo. Ognuno DEVE fare la sua parte: il cliente dovrà fingere di non essere poi molto interessato (qualora si sia in due si dovranno ricoprire i ruoli di Acquirente Buono ed Acquirente Cattivo), il Venditore di non poter calare che di pochissimo, pena la vendita a rimessa.
Ed il copione si dipanerà così su ruoli strettamente prestabiliti, fino all'epilogo col Venditore fintamente disperato e sconfitto, ed il Cliente che si allontana con la preda tra braccia, la certezza di aver condotto una trattativa magistrale e di aver spuntato l'affare della sua vita.
Invece!, un Venditore che alla domanda "Facciamo 40?" risponde allegro "Certamente!" rompe gli schemi, destabilizza i ruoli.
Me ne sono andata senza proferir più parola.

Salvo poi dimenarmi tutta la notte, presa da un'acuto rimpianto per quest'amore  così violento, così tenero, così disperato.
E stamani alzarmi all'alba e correre al mercatino per chieder perdono all'oggetto della mia libidine, e di darmi un'altra possibilità, e di vivere con me, a casa mia, dove più niente e nessuno avrebbe mai potuto separarci.
E scoprire che, giustamente, l'oggetto amato aveva nel frattempo trovato qualcuno più meritevole di me e l'aveva seguito. Via, lontano da me.

La vita per me non ha più senso. Nè scopo.

mercoledì 17 marzo 2010

Scusate il disordine #1

Ho pensato a lungo, attività che non mi è nè usuale nè congeniale.
E sono arrivata alla conclusione che, se aspetto di aver imparato a fotografare, probabilmente invece che il Fienile sul Poggio posterò le immagini dell'ospizio in cui sarò definitivamente residente.
Quindi, immaginatevela moolto più bella, e...  
accomodatevi!



Fin da qui si nota l'impronta di tutta la casa:
disordine creativo
come l'ha definito qualcuno che mi vuol bene, in ogni dove; mucchi e mucchietti di oggetti sparsi quà e là. E fin dall'ingresso, legna per il caminetto, specchio in attesa di relook, un paio delle mie molte lanterne.


Questo già lo conoscete, così come la sua storia.
Si è aggiunto nel frattempo questo oggettino acquistato ad una fiera di beneficenza, nato come base di un vaso defunto: potevo lasciarlo lì per 2 eurini? Naaa! Oltre che un portacandele, secondo voi cosa potrei farne?

Immediatamente vicino, il leggio risalente alla carriera violoncellistica di Claudia, ospita adesso l'ultimo spartito splendidamente ammuffito, oltre al "Manuale di Pietà per gli Adulti"! Ai suoi piedi uno scaldino in ghisa acquistato in Francia.

Anche lui di provenienza francese, ma scovato dal mio solito babbino al solito Mercato di Arezzo quasi mezzo secolo fà, questo divano in ferro è un altro pezzo molto amato.  Ovviamente la parte imbottita è una recente aggiunta del mio tappezziere, che per dare continuità ha utilizzato gli stessi tessuti del divano a fianco.

Ed ecco qua la cuccia di tutta la famiglia! Comprato per distrazione - entrammo nel negozio per ingannare l'attesa che aprisse la farmacia, e ne uscimmo allibiti proprietari di un divano nuovo - questa enormità accoglie compiti, pisolini, riunioni di famiglia, confidenze tra amiche, chiacchere salottiere e molto altro ancora.
Vietati solo nutella e pane&olio.


Tra i due divani un table abillèe da me realizzato con antine da cucina acquistate al Reparto Occasioni di Ikea, il piano con legname avanzato del cantiere. Sotto al tovaglione, retaggio di una tenda di varie case fà, è inquattato lo stereo. Sopra,  tra ricordi di viaggio e foto di famiglia, si può notare una piccolissima Salvietta abbracciata a mammà.

Questa accogliente e, secondo me, graziosissima poltroncina in faux bambou è frutto di un baratto con un importatore francese, cui ho dato in cambio alcuni vecchi portabottiglie, sempre ed ovviamente acquistati in Francia: io la AMO!


Ed ecco l'angolo dove risiede l'inamovibile Marcantonio: accanto a lui una conca di pietra originariamente destinata al giardino, uno specchio antico proveniente dalla casa di Roma de Il Marito e una vecchia collezione di sifoni da seltz.

Ho iniziato a sverniciare questo tavolino credo 25 anni fà. Mi son fermata un attimo, è venuto di moda lo shabby (fiuuu!...) ed è rimasto così. Sotto di lui, in cesti intrecciati dalle mie manucce artritiche nel mio  periodo di splendore cestaio, copertine da divano più lane e lavoretti tricot in vari stati di avanzamento.

Camino ancora in versione invernale, ovvero lurido e pieno di cenere. E non credo sia ancora finita la stagione per accenderlo!

Anche in questa stanza ha regnato per lungo tempo il modellino illuminotecnico "Lampadina Appesa al Filo",  diffuso nelle nostre case più della libreria Billy o del divano Klippan. Non che non trovassi appliques di mio gusto, ma dovendo comprarne ben 5 per il solo salotto - e svariate decine per tutta la casa e giardino - diciamo che il problema stava nel budget.
Poi, ad una svendita di Sia, ho trovato questi portacandele, colore verde abbastanza salvia, decoro di olive e foglie - praticamente il nostro simbolo - disponibili esattamente in numero di 5, ad un costo irrisorio: potevo lasciarle lì??? Naaaaa!!!
Abbiamo provveduto noi ad elettrificarle ed a montarci le candelozze portalampadina, et voilà!


Per finire, visioni d'insieme. Notare la spettrale assenza di tappeti e di quadri, non per allergie nè perchè ce lo imponga il nostro credo. Un motivo c'era, ma adesso mi sfugge... :)


Bene ragazze, per questa volta abbiamo finito; sono felicissima di avervi avute qui!
Tornate presto a trovarmi!!

venerdì 12 marzo 2010

Libri, premi, baratti e regali

Che meraviglia!! Qui è tutto un tourbillon di premi, doni e pacchetti!!! Mooolto meglio che a Natale!

Cominciamo dal pacchetto arrivato la settimana scorsa: mittente la dolce Nì, di Teddy Bear House, che sapendo di esser molto cara alla mia bimba (perchè lei è.... pazzerella!!), ha voluto deliziarla con un regalo a sorpresa: un suo splendido sOgnaLibro in versione streghetta, più una bellissima poesia di Garcia Lorca per la mamma, il tutto accompagnato da un affettuoso biglietto per tutta la famiglia.

La Nì sa come guadagnarsi a vita le simpatie di un'adolescente! (e della sua mumma, ovvio!) Da tutti noi, GRAZIE NI'''' !!

Oggi poi la postina ha suonato due volte, secondo la migliore tradizione cinepostale ma anche perchè me ne stavo in soffitta. Ho rischiato la frattura esposta, ma sono riuscita a placcarla ed a farmi consegnare il pacchetto: questa volta il mittente è Alchemilla, mio guru senza la quale mai avrei sentito parlare di downshifting, nè avrei deciso di approfondire i precetti della decrescita felice, nè avrei letto qualche libro imperdibile. Alchemilla, senza altro motivo che la sua gentilezza e generosità, ha voluto regalarmi ben DUE libri, "Una stella sulla collina del parco di Monte Morris" di Henry Roth, e "Zenzele - lettera per mia figlia" di J. Nozipo Maraire.


Se la mattina non era iniziata sotto i migliori auspici, il regalo cospiquo ed inatteso di Milla ha riportato calore e luce! Grazie, Alchemilla, per il dono stupendo e anche per allargare un pò le mie ristrette vedute!


Tra l'altro Alchemilla non abdica il suo ruolo di guru e mi segnala un'iniziativa che senza di lei probabilmente avrei mancato: il prossimo 26 Marzo  si terrà il primo esperimento nazionale di
 "Leggere, Leggere, Leggere" 
L'iniziativa è nata quasi casualmente a fine Gennaio dalla passione per la lettura di un 21enne fiorentino che dalle pagine del suo blog  ha lanciato questa idea semplice e meravigliosa per promuovere il "vizio" del leggere  ed il cui scopo,  spiegato nel volantino diffuso,  si può sintetizzare in : regala un libro ad uno sconosciuto! 
"Perché lo stesso giorno? Perché tutti assieme?
Perché saltare da soli è innocuo,
ma farlo assieme a milioni di persone
può far tremare la terra".  
Già a pochi giorni dal lancio dell'idea, il gruppo costituito appositamente su Facebook aveva raggiunto i 15.000 iscritti, "14.000 in più di quanti mai avrei sperato" per ammissione dello stesso ideatore. L'iniziativa ha quindi avuto sviluppi  inaspettati ed innumerevoli adesioni, anche istituzionali.  Se cercate in Google sotto la voce "Leggere, Leggere, Leggere 26 marzo" troverete centinaia di voci.
Quindi il prossimo 26 Marzo bando alla vergogna!, prendiamo un libro amato dalla nostra libreria, o compriamone una copia se non possiamo separarcene, ed andiamo per le strade, l'amico libro sotto al braccio, scrutando nei volti degli sconosciuti. Qualcosa certo ci aiuterà ad individuare la persona in grado di amare quelle pagine, quei personaggi, come li abbiamo amati noi!
Anche per questo, grazie Alchemilla!


Per questo splendido mazzolino colorato devo invece ringraziare tre giovani amiche supercreative che hanno voluto premiarmi! Troppo buone, ragazze, troppo buone!!!
Le tre amiche sono nientepopòdimenochè..... 
CIRI de Il Fantastico mondo di Ciri
e per finire RACHELA de Le Borse di Poppy, anche se sulle sue motivazioni potrei aprire un dibattito.
E' ovvio che le 3 girls hanno gusto da vendere, avendo loro scelto di premiare me; se non ci credete, fatevi un giro nei loro blogs, ne vedrete delle belle!
Dedico l'omaggio floreale a tutte le amiche che hanno il coraggio di seguirmi...

Non potete perdervi questa lodevolissima iniziativa di Rachele di ARTETECA, che ha  deciso di  passare dalle parole ai fatti, dopo tanto parlare di new economy e di decrescita, e di  mettere un attimo da parte il denaro (tanto, chi ne ha più?!): torniamo al BARATTO ! Nel suo ultimo post propone una vasta scelta delle sue belle produzioni bijottose, ed accetta in cambio praticamente tutto, anche salumi e pagherò. Io le ho proposto un marito ed un paio di doposci, entrambi usati ma in ottime condizioni, in cambio di una collana. Guardate che è una gran bella collana! Sono in attesa di risposta.

E per finire, dopo tanto ricevere, prendere ed acchiappare, qualcosina ho dato anch'io: sono lieta di annunciare che, battendo tuuuutta la bloggosfera, ho inviato il mio primo regalo di NATALE 2010 !  E se la Cadrega insinua piuttosto che trattasi dell'ultimo  targato 2009, non credetele!!!!!  Bhè, in effetti, la gestazione è stata lunghina. Ho avuto dei tempi morti. Delle cadute di interesse. E se non era per Anna ero ancora lì. Ma avevo deciso che le Cadregacreazioni dovessero essere impreziosite da una tag personalizzatissima (per i terùn come me: cadrega su nel regno dei Nibelunghi significa "sedia").  E così è stato! Ho sfornato in nemmeno 3 mesi (!) una serie di tags da appendere, da spillare,  da applicare come chiudipacco. 
In aggiunta a questi piccoli capolavori (?) , qualche vecchio spartito lurido al punto giusto, una minilavagnetta che verrà impiegata come CadUmorometro,  ed un paio di ghirlandine: non dimentichiamoci che pur sempre di regalo di Natale (anche se IN ANTICIPO!)  si tratta! 


Da VerdeSalvia è tutto, a voi studio!

martedì 9 marzo 2010

Un bancone e la sua storia

Pochissimi mobili, in casa VerdeSalvia.
Un pò perchè, venendo da una serie di case microscopiche, sono abituata ad ottimizzare gli spazi, un pò perchè, essendo all'inizio la casa praticamente vuota (Claudia e le sue amiche andavano in bici nel salotto !), ogni pezzo che si aggiungeva mi pareva togliesse aria e riducesse gli spazi. Ultimo e fondamentale, quando si hanno i contenitori si tende a riempirli, ed io non voglio altre cose, o meglio, sto cercando di smettere! 
Piccolo, ulteriore, trascurabile motivo: anche le tasche sono VerdeSalvia, e quello che ancora manca continuerà a mancare a lungo.



Ogni pezzo di casa ha una sua storia, ma questo bancone parla direttamente al mio cuore perchè proviene da un'antica merceria storica che si trovava in una stradina della Firenze più antica, proprio a due passi da Piazza Signoria, cancellata come molti altri vecchissimi negozi per far posto ad un grande magazzino. Mi parla di tempi in cui il centro della nostra città era un luogo vissuto e vivibile, non  l'indecente agglomerato di pizzerie a taglio, gelaterie e negozi di souvenirs ad esclusivo appannaggio di gruppi turistici mordi, compra a fuggi; dei tempi in cui i miei genitori dapprima ragazzi, poi fidanzati ed infine novelli sposi di guerra, così come molti altri fiorentini abitavano ed intrecciavano la loro quotidianità in quello spazio ristretto e meraviglioso compreso tra il Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e Piazza Duomo.
Di quella merceria erano clienti le mie nonne, le zie e la mia mamma, da questi cassetti sono usciti i fili da ricamo serviti per le lenzuola più belle del suo corredo, arrivate nuovissime fino a me che le uso di tanto in tanto.



Nei nove cassetti, ciascuno contrassegnato dalla sua placchetta numerata, al posto di fili e trine adesso è riposto in dis-ordine sparso un eterogeneo guazzabuglio di elenchi telefonici, cd, candele, blocchi e pennarelli, varie ed eventuali. Per individuarne la collocazione usiamo la numerazione dei cassetti: "Mamma, dove è lo scotch?" "Nel 38!".
Abbiamo scovato quest'oggetto irripetibile al mercato di Arezzo, 12 anni fà. Visto e preso, senza nemmeno contrattare. Sfoggiavo un orgoglioso ed avanzato pancione, e non fu uno scherzo aiutare Il Marito a passarlo dalla finestra per depositarlo nell'appartamento dove allora vivevamo, per fortuna ad un piano terra!


Sui due pannelli scorrevoli che formano il piano del bancone, un pò di cornici rigorosamente vuote, 


...una finestra, vari oggetti raccolti nel tempo...


..una vecchia alzata da pasticceria,


 e per finire l'ultima arrivata, un colpo di fulmine cui non ho nemmeno tentato di resistere!


mercoledì 3 marzo 2010

Semplicità volontaria


Per troppo tempo ho tristemente creduto di essere niente più che una casalinga frustrata, un filino nevrotica, molto squattrinata, che faceva carpiati tripli per tirare avanti  in maniera contemporaneamente dignitosa et risparmiosa.
Poi, improvvisamente, la rivelazione:  macchè frustrata, macchè taccagna: sono una DOWNSHIFTER !
Impressionate, ehhh??
Anch'io.
Allora, pare dico pare, che la mia nostra scelta  di abbandonare il lavoro 11 anni fa per crescere personalmente Claudia, col conseguente collasso dell'economia familiare nonchè lo sterminio dei miei neuroni, in effetti sia una cosa squisitamente trend ed anche parecchio cool !  ;)

Semplicità volontaria è la definizione italiana di downshifting, il movimento di pensiero che promuove la scelta  di ridurre volontariamente e consapevolmente  le ore dedicate alla propria attività professionale, in maniera tale da godere di maggiore tempo libero da dedicare a sè stessi, alla famiglia, ai propri interessi.
Ovviamente tutto ciò comporta un'altrettanto volontaria e consapevole riduzione delle entrate!
Il New Oxford Dictionary definisce il downshifting "scambiare una carriera economicamente soddisfacente con uno stile di vita meno faticoso e meno retribuito ma più gratificante".

Downshifters,  dunque, i duemila operai Fiat di Termini Imerese?
Downshifters tutte le donne che come me hanno inutilmente tentato di conciliare maternità e lavoro attraverso un part-time puntualmente negato?
Downshifters le migliaia e migliaia in mobilità, i  Co.Co.Co, i cassintegrati ?

Giuro!, condivido totalmente l'ideologia di base e trovo che sia bello, e sano, e giusto privilegiare finalmente  famiglia, sentimenti ed esigenze interiori  rispetto alla carriera ed alla soddisfazione dei bisogni indotti. Tant'è che è esattamente quello che ho scelto di fare da tempo.
Però, e perdonatemi il guizzo polemichino, parlare di volontaria riduzione di impegno lavorativo e di entrate in momenti in cui non c'è praticamente famiglia - iniziando dalla mia-  in cui non si soffra per un lavoro che si è perso, o che non si trova o che si ha paura di perdere, mi stride un pò.

Comunque, visto che la mia scelta fu "volontaria e consapevole", downshifter sono e downshifter rimango (e downshifter tornerei se dovessi scegliere di nuovo!).
E da adesso a chi mi chiede: E tu, cosa fai nella vita? , non dovrò più rispondere attingendo dal mio logoro repertorio "La Mamma" oppure "La casalinga creativa" o ancora "Niente di retribuito...".
L'orgogliosa risposta sarà  
"Sono una Downshifter!".

Ahhh, già mi sento  meglio...
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