martedì 28 settembre 2010

Addio Appendice II e III- Pensieri felici & Compagni di stanza


Quando sono venuti a prendere Claudia per portarla in sala operatoria, lei che fino a quel momento era stata abbastanza controllata, è andata nel panico. A questo punto Mamma Salvia si è sbracata, e le ha confidato le imbarazzanti memorie di un intimo intervento da lei subito, nello stile sboccatello ed ammiccante che tanto suscita il divertimento di Claudia e di tutti i bambini. Ed infatti da lì ad un momento l'imminente appendicectomizzata rideva a crepapelle contorcendosi sulla sua barella, tra l'ilarità di tutti i medici che passavano e che mai avevano veduto un paziente sbellicarsi sulla porta della sala operatoria! 

Dopodichè è arrivato l'anestesista, che le ha spiegato tutto per filo e per segno. Ha paragonato l'anestesia ad una profonda dormita, nel quale i sogni che si fanno e il risveglio più o meno buono dipendono dai pensieri con i quali ci si addormenta. Le ha quindi consigliato di cercare bei pensieri in compagnia dei quali addormentarsi.
Rimasti soli con lei, io ed il marito abbiamo iniziato a proporle ricordi di vacanze, viaggi, films, ma l'allegra Little Iena non ha perso tempo in inutili sentimentalismi, ed è andata dritta in meta: un portatile Apple!
E visto che l'anestesista non tornava, ha anche rilanciato, aggiungendo un iPad.

Se lo stimato professionista non si sbrigava a tornare, avremmo dovuto mettere all'asta un rene su Ebay per garantire alla piccola un buon risveglio.

E quando finalmente il dottore è arrivato e le ha chiesto se era pronta, siamo stati io e suo padre che in un sincronismo immediato e perfetto abbiamo risposto SIII !!

Perchè se in Italia un'operazione chirurgica è gratuita, i pensieri felici possono ridurti in miseria!



Addio Appendice III – Compagni di stanza

Il moderno reparto di Chirurgia Pediatrica nel quale Claudia era ricoverata è costituito da camerette doppie. Quando siamo arrivate l'altro letto era occupato da una sfortunata bimba,10 anni e 40 operazioni alle spalle. Una volta dimessa lei, ci siamo godute qualche ora di solitudine, chiedendoci da chi sarebbe stato occupato l'altro letto.
Un neonato piangente 24 su 24?
Una coetanea col quale socializzare?
Niente ci aveva preparato all'incredibile realtà.
Reduce da un'operazione per frattura tibia e perone, è arrivato un 16enne giocatore di basket.
1.80 di altezza. Maschio.
Ora, se già vedere un energumeno di quella fatta in un'ospedale pediatrico pare francamente un controsenso, saperlo dividere la cameretta con la tua bambina pare … pare..... non lo so che pare.
So solo che sono uscita ed ho apostrofato le infermiere, comunicando loro che l'accoppiata mi pareva quanto meno opinabile e che le ritenevo personalmente responsabili di ogni disagio o peggio!

Claudia è andata nel panico, però mai come il marito che, in mancanza di  mattoni col quale erigere un temporaneo Muro di Berlino, ha tirato la tenda divisoria e vi si è posto di sentinella, pronto a frantumar residui melleoli, rotule e femori a colpi di asta delle flebo.
Fortunatamente il cestista era in quella simpatica fase adolescenziale nella quale l'esprimersi è ridotto a grugniti ed evidentemente molto più interessato all'andamento del campionato che ad una 12enne appendicectomizzata.

Un paio di giorni dopo commentavo preoccupata con un'amica l'insonnia del Marito durante la “nostra” ospedalizzazione: sarà stata l'influenza latente? 
Il pensiero per importanti e delicate scelte professionali? 
Lo stress per l'operazione della piccola? 
Fatto sta che da varie notti non riusciva a dormire più di pochissime ore.
Macchè lavoro, macchè influenza!, obietta giustamente l'amica, il pover'uomo veglia pensando alla sua bimba in coatta intimità con 1 metro e 80 di 16enne, ingessato ma pur sempre 16enne.
Dagli torto....
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domenica 26 settembre 2010

Addio Appendice - parte I



Tutto è iniziato una settimana fa: Salvietta al momento di andare a letto improvvisamente lamentò un notevole mal di pancia. Essendo appena ricominciata, diagnosticai una Scuolite Addominale, somministrai una camomilla ed un tot di coccole, e superammo la nottata.
Durante il weekend il dolore tornò ad intermittenza, perlopiù in concomitanza alle parole “compiti”, “vai nel tuo letto”, “lavati i capelli”. Ovviamente gli detti un'importanza pari o minore a zero.
Lunedì, al rientro da scuola, Jr mi disse di non aver fatto ginnastica perchè di nuovo aveva avuto male alla pancia. Conoscendo la sua totale repulsione per qualsivoglia attività fisica, persistei in un olimpico scetticismo.
Poi, Martedì....
Alle 11 Claudia mi chiama da scuola chiedendo che andassi a prenderla che il dolore era forte.
La prelevo, più per simpatia che per reale convinzione, ammettendo però che la ragazza appare palliduccia.
Tempo di arrivare a casa ed è urlante, piegata in due che singhiozza e chiede aiuto. Finalmente mi scuoto dal mio solito aplomb, cerco di rintracciare la pediatra e, non riuscendoci, la porto in volata al Pronto Soccorso del vicino ospedale.
Già durante il viaggio lo spasmo si attenua, ma io le raccomando di replicare all'arrivo per filo e per segno tutto il repertorio di cui prima, al fine di evitare un Codice Bianco e di trascorrere in loco le festività natalizie.
Ed infatti, appena condotta in sedia a rotelle all'accettazione, Salvietta di nuovo singhiozza e si contorce, piange lacrime vere. Grande Piccola Duse!
Le infermiere accorrono in massa, la trasferiscono su una barella, le vengono attaccati una serie di tubi e filini, e ci viene assegnato un bel Codice Giallo. Appena le infermiere si allontanano mi complimento per l'interpretazione da Oscar e la avverto che adesso può smettere.
Tra lacrime e stridor di denti Claudia quasi mi azzanna, che non stava recitando affatto ma di nuovo il dolore è insopportabile.
A questo momento della storia e nelle successive 5 ore trascorse al Pronto Soccorso, scopro che l'appendice  infiammata non è  patologia accertabile con nessuna indagine od analisi, ma che se ne possono al limite rilevare alcuni sintomi collaterali, si fanno delle ipotesi dopodichè, come a poker, si apre e si va a vedere.

Ed è quello che è stato fatto mercoledì scorso a Claudia, dopo che è stata trasferita all'Ospedale pediatrico: taglietto nella pancina e resezione dell'appendice che, ovviamente, si è rivelata infiammata.

Stamani siamo tornate a casa. 
La tagliuzzata sta bene.


giovedì 16 settembre 2010

Big Blogger è meglio


Uno dei risultati della recente Ficata è stata l'enunciazione del seguente postulato:
Dato un blog, un pc ed una sedia, riunito un numero X di bloggers su un Poggio delle colline di Firenze, se ne evince che: la Blogger Tipo è sovrappeso
 E non state a sentire ciò che avranno da ridire quelle streghe filiformi della Tatti, la Zucchina e la Pole che tentavano -invano!- di rovinarci la media! : la blogger E' per definizione CHIATTA.
La Blogger Archetipa rappresenta ed incarna (oh quanto in-carna!) il  fallimento del metodo Weight Watchers, la sconfitta dei Centri Autorizzati Figurella, il suicidio della Dottoressa Eliana Monti.

Che tale sovrappeso ammonti poi a 3 kiletti o a diverse decine, poco conta. Il dato fondamentale è l'evidente tendenza all'eccesso dell'I.M.C. (Indice Massa Corporea).

Perchè la Blogger Ideale naviga, non corre.
La B.I. posta, non fa pilates. 
La Blogger Ideale passa tutto il suo tempo libero assisa davanti al monitor, piuttosto che stravaccata sul letto col pc in equilibrio su un ginocchio, come me in questo istante.
L'attività maggiormente aerobica della Blogger Ideale è promuovere un Giveaway.
La Blogger Ideale frequenta blog raduni dove, con la scusa di conoscersi e fraternizzare, vengono in realtà consumati trilioni di kilocalorie.

Non è un caso se l'argomento principe della cena post-Ficata è stato: Bloggers e Abbigliamento: difficoltà di introdursi in pantaloni che non siano esclusivamente di tuta da ginnastica, quando non da uomo.

Ho poi il fondato sospetto che  i blog intestati alle Slim Bloggers siano in realtà opera di bloggers squisitamente sovrappeso, che scrivono nell'ombra mentre le varie scheletrate prestano niente più che la loro filiforme immagine.

Ed ora che ho presentato tale postulato al Mondo ed alla Scienza, attendo conferme dalla comunità.


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domenica 12 settembre 2010

Che Ficata! - The day after

Non sono una sentimentalona, si sa.
Vengo certo più tacciata di esser caustica piuttosto che sdolcinata, ma temo di poter dire che ieri è stata una delle giornate più felici della mia vita.
Non me ne voglia mio marito, non me ne voglia neppure l'adorata Piccola Duse, ma per me è stato assolutamente esaltante essere circondata da persone che in risposta ad un mio appello avevano affrontato viaggi anche lunghissimi, disagevoli, costosi, per passare insieme una giornata sul mio Poggio.
E' stato gratificante in maniera libidinosa esser fatta oggetto di tanto affetto, di tante premure. E di doni, quanti doni!  (segue post).
Anche io ho  offerto a tutte un ricordo della ficata, una delle piccolissime simil-casette da uccelli che ho prodotto per l'occasione, tutte diverse l'una dall'altra e delle quali sono sinceramente, immodestamente fiera (segue altro post). Confesso, mi piacevano talmente tanto che pensavo sarebbe stato un dolore separarmene, ed invece le ho guardate andar via con tenerezza ma senza rimpianto, che andavano a stare vicino alle mie amiche!  
(foto per gentile concessione Zukkina)

Posso affermare ( senza timore di essere smentita) che l'intera giornata è stata un  successo incredibile. Lo so che, per non dar ulteriore sofferenza a quante volevano ma non hanno potuto, dovrei mentire affermando che "è stata una giornata piuttosto cariiina, siamo state abbastanza beeene, il tempo non c'è maaale, etc etc".
Ed invece non c'è stato assolutamente niente di mediocre nella Ficata: il tempo era splendido, il cielo terso ed il sole caldo ma mai eccessivamente.
La compagnia eccezionale: non abbiamo fatto che ridere, e ridere, ed ancora ridere. Tra una risata e l'altra demolivamo sostematicamente l'enorme mole di cibo squisito confluito da tutta Italia unitamente alla bloggers. Un ringraziamento particolare a Zukkina per il servizio catering, e alla Nì, per l'assortimento "Variazioni in Crudo".

Conoscevo già i miei più cari ed usuali riferimenti, ma è stato un'esperienza bellissima incontare in contemporanea così tante care amiche, dare un volto ed una fisicità a personalità altrimenti già intime.
Bellissimo ed esilarante, chè all'arrivo di ogni auto scrutavamo ansiosamente l'interno, rimbalzandoci l'indovinello "E questa chi è? La Queen? Sara? Annarita ?".  O quando mi si è presentato un volto che non collegavo ad alcun immaginario, che mi ha sfidato: "Indovina chi sono?!", ed io, sicura: "Pole!"
"Naaaaa!!, Porto il dolce, sò dde Roma...." : era Pamrilla!

Pole è poi stata immediatamente riconosciuta per essere accompagnata dalla Piccola Meraviglia e, in fede, mai soprannome fu più azzeccato!

Anche i mariti intervenuti son stati buoni buoni tra di loro senza dar troppa confidenza. I miei complimenti alle mogli per averli così ottimamente educati.

La giornata si è srotolata purtroppo velocissima, poco dopo giunti gli ultimi arrivi sono iniziate le partenze, finchè non sono rimasti che gli irriducibili: noi Salvieschi, I Cadreghi ed i Beti che si trattenevano anche per la notte, mentre Sara e Marco son ripartiti dopo cena.
Accampati un pò qua ed un pò là abbiamo superata la nottata, e stamani è stata una piacevole variazione alle abitudini scendere per ultima in cucina e trovarla già affollata di persone che facevano colazioni assortite ed autogestite!

Partiti i Beti, partiti i Cadreghi, son stramazzata a letto ed ho perso i sensi per ore. Perchè è stata sì una delle giornate più felici della mia vita, ma certo nella top ten anche delle più faticose.

A tutte le bloggers intervenute un grazie dal profondo del cuore: a chi ha fatto viaggi lunghissimi ed a chi ha smosso le montagne pur di esserci. A chi ha portato quantità di cibo ed a chi ha fatto 2 mirabili, eccellentissime torte. A chi si è sobbarcato ore di moto ed a chi si è sforzata in un momento NO pur di stare con noi e ne è stato felice.  A chi ieri è tornata a casa e domani dovrà rifare il viaggio fino a Firenze. A chi ci ha riempito casa di bimbi talmente bravi da incontrare l'approvazione perfino del Marito. A tutte coloro che hanno portato un dono a me ed a Claudia. A chi ha fatto le mie veci quando non ce la facevo più. A tutti i mariti che hanno portato fin qui le mie amiche. Ad uno in particolare, che resta sempre il mio Principe preferito, persino più del Principe Ranocchio.
Ma il grazie più speciale al Marito, che ha assistito al mio delirio senza niente obbiettare, che si è visto invadere la casa da torme di sconosciuti senza un trasalimento, che anzi pare essersela goduta proprio come me!

Ed il pensiero finale è per Giò, che aveva aderito fin dal primo giorno, che desiderava fortissimamente esserci ma che è stata tamponata mentre andava in stazione ed ha conseguentemente perduto il treno.
A Giò che avrebbe festeggiato con noi il suo 55esimo. A Giò per la quale Pamrilla aveva preparato questo indimenticabile dolce ed io candeline ed un pacchettino. A Giò, cui è andato il pensiero di tutte noi. A Giò, la grande assente. Auguri, cara Giò!

Grazie, care amiche mie.

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mercoledì 8 settembre 2010

I love pallets


Li incrociamo spesso e distrattamente, abbandonati accanto ai cassonetti, o ai margini delle strade, oppure gettati nelle discariche abusive, ormai destinati non al riuso ma all'inceneritore.
Per quasi tutti non rappresentano altro che attrezzature per l'immagazzinaggio e la movimentazione delle merci più disparate, ma i pallets, o pancali/bancali o comunque vogliamo chiamarli, sono in realtà una fantastica, superecologica  fonte di LEGNO a costo zero !

Credevo di esserne una rara estimatrice, io che li raccolgo per strada, che me li carico in macchina -solo se non c'è quell'igenista del Marito- infischiandomene di periartrite e schegge nelle mani.
Io che con i pancali mi ci son fatta  gran parte dell'amata legnaia,


la struttura del mio bancone da lavoro,


e svariate altre cosette.

Io che un paio di giorni fa, essendo stata presa da un'attacco di Geppetta Fulminante ed avendo necessità di un bel legno usurato, sciupato e patinato, ho preso il mazzuolo ed ho demolito un paio di pancali che stavano lì da una parte, gettando nello sconforto Il Marito che da anni li utilizzava per il rimessaggio invernale delle stuoie da ombra.



Mi credevo un'eccezione, io. Un'Illuminata.
Ed invece girando nel web scopro che, specie in America, il pallet fa furore:





che esistono decine di siti con istruzioni per costruire, a suon di pallets, un'intera casa completa di arredamento.





Addirittura libri che suggeriscono 100 modi per utilizzare il legno dei pallets.






Ma senza andare in America anche da noi c'è chi capisce le enormi potenzialità di un pancale, come Francesca di Passionedecò e suo marito, che con i pancali hanno costruito questo ed altri sciccosissimi steccati so british!



Avreste mai creduto che un pancale abbandonato potesse avere così tante ed ulteriori vite?



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sabato 4 settembre 2010

Viaggiare leggeri II: Foresta Nera

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Avete presente quelle persone superorganizzate, iperpianificate, che prima di partire per un viaggio stendono una tabella di marcia così dettagliata da includere anche le soste igieniche con relative mappe?
Ecco, noi da qualche anno esattamente il contrario.
Sarà perchè ormai la partenza demente è l'unica forma di adrenalina accessibile, o forse sopravvivere al quotidiano è talmente faticoso da non lasciare spazio ad una programmazione oltre le 5 ore. E quindi quando possiamo ce ne andiamo vagamente verso dove ci porta il cuore, iniziando a cercare l'hotel solo quando siamo disperatamente stanchi. Questo modus viaggiandi ci ha portato anche a dormire all'aperto su dei tavolini di un bar, ma ci ha donato esperienze, incontri, scoperte memorabili. Ed un gran senso di libertà.

Anche per l'ultima microvacanza è andata così: avevamo due giorni a disposizione, tra l'uscita del Marito dal lavoro a Milano al venerdì e l'inizio di un suo corso a Monaco di Baviera al lunedì .
Svizzera? Austria? Germania?
Nell'incertezza abbiamo puntato a nord e siamo partiti.
Un bel pò più su mi è venuto in mente che un'amica mi aveva parlato di un bellissimo paesino nella Foresta Nera dove aveva fatto sosta durante il ritorno dall'Olanda. L'ho chiamata e lei ricordava benissimo: Gegenbach!
Finalmente avevamo una meta! 
Nella regione vinicola del Kinzigtal, adagiata tra la Foresta Nera e vigneti baciati dal sole, a Gegenbach vi attende un gioiello fatto di romantici vicoletti, edifici medioevali e accoglienti vinerie. "La Nizza del Baden", scenario di film, lo charme di una cittadina con splendida qualità dalla vita, con elevate pretese culturali. Usanze vissute.
Così recita la brochure dell'Ufficio per il Turismo, e così è. Delizioso, tranquillissimo, curato e ridondante di splendidi fiori.

E così come Gegenbach, anche gli altri paesi che abbiamo visitato: Zell am Amersbach, Haslach, Schiltach. E per colmo di fortuna, al sabato ognuno di questi borghi ospita il proprio mercato contadino.




Non una di quelle falsissime fiere ad esclusivo uso e consumo dei turisti, peraltro praticamente inesistenti: un genuino mercato di produttori della zona,




dove sui banchi, oltre a verdure, marmellate, miele e liquori di loro produzione, vengono offerti anche deliziosi mazzolini e ghirlande intrecciate da loro, a costi tali che li avrei comprati tutti.




La cosa non ha mai smesso di stupirmi: ma non è l'Italia il Paese dei Fiori? E allora come mai nella fredda Germania con 2 o 3 €, al mercato, per strada, nei supermercati e grandi magazzini puoi comprare un mazzolino di tutto rispetto, mentre da noi talvolta non bastano per una rosa?

Personaggi incredibili fanno spese col cestino, e tra quattro teutoniche chiacchere si calano la prima birra della giornata, o il terzo wurstel.



In un ultimo paesino siamo arrivati troppo presto per la grande festa della sera, con cantanti ed orchestrine, tonnellate di salsicce ed ettolitri di birra,


ma giusti giusti per un piccolissimo Mercatino delle Pulci. Non è un caso se Flohmarkt -mercato delle pulci, appunto- è una delle tre parole di tedesco che conosco :)
Veloce passaggio, graziosi piccoli  danni.


Anche per Claudia abbiamo trovato qualcosa in questo mercatino: il tappeto elastico che desiderava da sempre, al prezzo di una birra media (lì è quella l'unità di misura).


Temevamo che non entrasse nel portabagagli, ma essendo praticamente vuoto...  Il caso non esiste, c'è un preciso disegno dietro ad ogni cosa!

E così seguendo il corso del fiume, beandoci del paesaggio, aborrendo autostrade e superstrade e col solo aiuto della bussola del coltellino svizzero, ci siamo avviati verso la Baviera e verso Monaco.


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