mercoledì 20 luglio 2011

Independence Day

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Il nostro usuale 'Gruppo Vacanze' da campeggio è composto da tot di nuclei familiari in costante divenire, da un minimo di 2 ad un massimo di 6 contemporaneamente: ogni settimana ci sono gioiosi arrivi e riluttanti partenze.
Denominatori comuni: residenza sulla stessa collina e 14 figli tra i 7 ed i 13 anni, i piccoli tutti alla stessa scuola elementare, i grandi tutti alla stessa  media.

In genere siamo 3 mamme con papà da weekend, due famiglie complete e due papà single, ma quest'anno per una serie di allineamenti astrali, in una certa settimana i papà single sono stati in netta maggioranza, e non casualmente proprio in quella settimana  la figliolesca marmaglia ha deciso di attuare un programma accarezzato fin dall'inverno, la giornata dell'indipendenza.

In tale giornata, come ci ribadivano da mesi e mesi, sarebbero vissuti da soli ed in totale autonomia, autogestendosi e non riconoscendo alcuna autorità superiore.
Un ottimo papà è stato sfrattato senza tanti convenevoli dalla sua piazzola, ed ha trovato asilo da altro papà. Quando ha osato ripresentarsi per ritirare  pigiama e lo spazzolino, è stato scacciato dall'orda pigmea al grido di 'Intruso, intruso!!!'

Mia figlia si è presentata in tenda alle 19, dandomi l'addio e chiedendo 10 € come fondo cassa comune. Alla faccia dell'indipendenza.
Per la cena hanno stabilito di ordinar pizze, e così è stato; a seguire solita rumba serale a giro per il campeggio, poi estrazione dei posti a dormire in base alle fasce d'età.  Un papà si è potuto intrufolare nella sua tenda per dormire solo dopo che le più piccole, lì residenti, avevano perduto conoscenza.  
Ho il sospetto che molti abbian toccato i massimi vertici della loro autonomia, andando a letto senza lavarsi i denti...

Dopo una notte tranquilla ed un'allegra colazione di gruppo, l'organizzazione della giornata. Ogni genitore che si presentava recando costumi, teli da mare o altro, veniva puntualmente scacciato al solito grido: 'Intruso, intruso!!!'; persino il solito papà che aveva messo ogni suo avere a disposizione del gruppo di insorti, e che tentava di riappropriarsi di un costume e di una maglietta.

Il massimo della bastardaggine è stato raggiunto quando è stato votato all'unanimità di ordinare per pranzo dei polli arrosto: il solito papà sfrattato e vagante ha chiesto se, andando la teppa in rosticceria ad ordinarli per loro, ne ordinavano uno anche per lui.
La risposta a quel sant'uomo che aveva messo a loro disposizione tende e piazzola, suppellettili e materassini, dispensa e vettovaglie, è stata: "NO!, oggi è la nostra giornata indipendente e ci vai da solo!" .
Questo nel caso nutriate una qualche aspettativa nei vostri figli, nella vecchiaia.


La mia amica ed io, uniche mamme presenti in quei giorni, tacevamo e prendevamo appunti. Tanto alle 19 gli finiva, l'indipendenza....

Di tanto in tanto ci prendevamo le nostre piccole perfide rivincite: si presentavano sulla spiaggia chiedendo la merenda?
"O non siete indipendenti? Dovevate pensarci da voi..."
'Mamma mi hai portato il telo da bagno'" - "Ero venuta a portartelo in tenda, ma mi hai scacciato gridando INTRUSA!!!"
"Signora, chi è lei? Io non la conosco..."  " Nemmeno io conosco voi, e quindi via dal mio ombrellone, la spiaggia libera è più in là..."


Quando le 24 ore sono terminate, tutti son tornati ai ripettivi ovili e la più piccola del gruppo è corsa dalla mamma, l'ha abbracciata e le ha detto "Mi sei mancata..."  :D

E quasi niente in effetti è cambiato, nè prima nè dopo.
Però per le ragazze è stata una gran bella esperienza, un esperimento  di minima autodeterminazione, la convivenza, il gestire all'interno di un gruppo numeroso tensioni e decisioni.

Io ho già proposto per l'anno prossimo l'Independence Day delle mamme.
O anche Independence Week.




PS:    cosa vi viene in mente se vi mostro.....?:


State collegate, e non prendete impegni per il secondo sabato di Settembre... ;D



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venerdì 15 luglio 2011

Gran bella iniziativa

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Dal 'corriere.it':

A Capannori i mobili si «comprano» al Centro del riuso del Comune


Così l'ente risparmia su discarica e smaltimento e fa risparmiare i cittadini. 

Da settembre e con ritiro gratis


 La parola d’ordine è riciclare
Che cosa? Mobili, elettrodomestici e tutto ciò che è possibile far tornare, se non nuovo, efficiente ed esteticamente gradevole. Un piccolo tesoro da vendere, distribuire gratuitamente alle famiglie meno abbienti o da impiegare per arredare case popolari, uffici pubblici, sedi di associazioni onlus. 
Si chiama Centro del riuso il grande laboratorio di riciclaggio in via di realizzazione nel comune lucchese di Capannori. 
RICAVI - Il progetto fa notizia in un’epoca di consumismo sfrenato e di «usa e getta»,  e potrebbe diventare una linea guida per molti comuni spreconi. 
Il funzionamento è semplice. «I cittadini con mobili ed elettrodomestici che vogliono sostituire telefonano al Comune – spiega il sindaco di Capannori  – e da qui parte un camion a ritirarli gratuitamente. Poi, nel centro del riuso, alcuni tecnici sistemano i mobili e gli elettrodomestici. Infine quest’ultimi sono impiegati per ammobiliare case e uffici pubblici, sono regalati alle famiglie meno abbienti e in alcuni casi venduti. In quest’ultimo caso i ricavi sono destinati a investimenti per progetti ambientali».
BUONA PRATICA - Tre i vantaggi del riciclo. «Intanto gli oggetti ritirati e riparati non diventano rifiuti da smaltire nelle discariche sempre più piene – spiega il sindaco -. Poi il riuso è un esempio di buona pratica sociale: l’amministrazione permette alle fasce deboli della popolazione di non dover spendere per arredare casa e garantisce loro un mobilio risistemato e ammodernato a costo zero. Infine si riducono le spese di smaltimento e sociale del Comune. Come per esempio il contributo comunale per acquistare mobili».
Chi giudica il progetto una sorta di connubio per un «arredamento-spazzatura» è nel torto. Gli esperti riciclatori della cooperativa e del comune sono veri maghi del riciclo e capaci di trasformare mobili decrepiti e malridotti in graziosi oggetti da arredamento. Che a volte può essere persino chic.
In una villa sulle colline della Versilia, a due passi dalla mondana Forte dei Marmi, una nobile signora si è divertita ad arredare la sua villa con mobili trovati nelle discariche. Il risultato è stato straordinario. «Una volta un fotografo mi chiese persino di fare un servizio per una rivista di moda», racconta. 

Nella remotissima ipotesi che la 'nobile signora' mi legga, ho un importante messaggio per lei:
Madame, adorerei conoscerla, ammirare il suo capolavoro di interior design, e magari andare assieme per lucchesi discariche! La prego, mi contatti.

La notizia mi è stata segnalata da una gentile amica di FreeCycle, no-profit internazionale che promuove la cessione gratuita di quanto superfluo, in alternativa alla discarica. Ovviamente funziona alla grande in qualsiasi paese civilizzato, tranne che da noi.
Quando leggo notizie come questa sento un soffio di speranza: che qualcosa inizi a cambiare nella nostra insana mentalità?
Per questo ho voluto condividerla con voi!




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martedì 12 luglio 2011

Tema: Le mie vacanze

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Nel mio post di fine anno, auguravo e mi auguravo tempo per la pigrizia.

Non so voi, ma io sono stata totalmente appagata!
Con un solo piccolissimo frainteso: io intendevo, che so?, un'oretta di sana oziosità al giorno, un pomeriggio alla settimana, un paio di giorni al mese, già un notevolissimo lusso.


Ed invece mi arrivano, dopo 6 mesi che all'ozio han poco e niente concesso, 28 giorni 28 di totale, inesorabile farniente!

Ho passato questa splendida vacanza, che in altri tempi mi avrebbe vista impiccata all'ombrellone all'alba del terzo giorno, nella più totale inattività. Se si esclude un passaggio ad un mercatino e la conseguente pubblicazione nella Rue di un pò delle mie vecchie amate cianfrusaglie, la mia pressochè unica occupazione è stata la catalessi ad oltranza.


Sveglia tra le 9 e le 10.30, pigra colazione, pedalatina bradipa fino alla spiaggia (in realtà attraversare una strada, ma a piedi troooppa fatica...), coma vigile sul lettino fino alle 13.
Pedalatina inversa, pranzo minimalista, pisolino di bellezza. Vabbè, più che pisolini erano esperienze di premorte, che mi hanno visto quotidianamente defungere attorno alle 14 e risorgere alle 16, ma anche alle 17, una volta alle 18.20 ora locale...
E se davvero 'di bellezza' fossero, ormai dovrei esser un incrocio in meglio tra Noemi, Angelina e l'indimenticata Romy. Tutt'altro, vi assicuro: son sempre la solita Salvia di Poggio, non più verdognola ma di un bel colore dorato, ma talmente riposata che dimostro 10 anni di meno.
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No, non ci siamo capite: non 10 di meno di quelli che ho.
10 di meno di quando sono arrivata, e quindi piuttosto che un'80enne in avanzato stato di decomposizione, adesso mi si potrebbe sbagliare per un'arzilla 70enne.


Non mi riconosco in questo tipo di vacanza, in questo godere dell'ozio e del mio encefalogramma piatto. Ma le cose cambiano, le persone pure, e adesso amo incondizionatamente il villaggione campeggione che qualche anno fa ho accettato ob tortissimo collo per far felice la figlia.

In un mese sono uscita dal campeggio in tre occasioni, vere botte di vita con destinazione Coop di Follonica.  Sono andata una volta a camminare sulla spiaggia, altrimenti mi son spostata in bici anche per andare dagli amici nella strada accanto. Ho incaricato Jr di tutte le mansioni che dichiedessero un minimo di dispendio fisico, come andare a prender acqua alla fontanella o comprare pane o latte.
Mia figlia si è arresa al suo ruolo di orfana di ferie, e si è rifatta una vita girando a suo piacimento, organizzandosi le giornate, elemosinando merende e spuntini dalle altre mamme quando io non apparivo in spiaggia che a mezzogiono.

La sera, dopo quella che pomposamente abbiamo continuato a definire 'cena', lei si eclissava ed io risprofondavo nel mio Nirvana di sdraio, pc, libro, osservazione catatonica della volta celeste, salvo poi risorgere con un inaspettato guizzo di tardiva vitalità, e pedalare (con lenteeeezza) fino al bar interno per l'unico exploit mondano della giornata: uno steccoblocco sammontana.

E così, giorno dopo giorno, è volato anche questo mesone di ferie, 'vacanza di altri tempi', come l'ha definita un caro amico.
Tra pochissimi giorni si impacchetta tutto e si rientra sul Poggio, ahinoi.
Però quest'anno son stata bene, proprio bene.
A volte per esser felici basta inciampare in quello di cui si ha bisogno.





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